Martedì 13 marzo 2012, ore 17.30, PAV
Seminario interno
In questo testo oltre ad una lucidissima analisi sulla
natura e sugli scopi della precarizzazione dei rapporti sociali, agita dal
sistema ultraliberista, e sulla resilienza dei movimenti di opposizione, emerge
un articolato discorso sulla “precarietà ecologica”.
Ad esempio: “Il capitale (…) non vuole avere niente a che
fare neppure con la salvaguardia della vita in nessuna forma. La biosfera viene intesa solo e soltanto come una risorsa
da utilizzare fino a esaurimento”. Inoltre: “La futura estinzione degli essere umani e delle
altre specie non rientra nel loro businnes plan (…). Da una prospettiva ecologica, i neoliberisti – con la
loro convinzione che il peso dei singoli egoismi sia maggiore di quello
dell’universo-rappresentano un vero e proprio culto di morte. Nonostante in
tutto il mondo il neoliberismo sia riuscito a inquinare senza subire alcuna
conseguenza legale, non cessa di
adoprarsi senza requie perché si alleggeriscano ancor di più le leggi di
protezione ambientale”.
Il CAE cita una legge vigente negli USA mutata dal
“Endangered Species Act” nel 1973 per evidenziare che esistano dei terreni di
resistenza che determinate tattiche dei movimenti ecologisti possono sviluppare
in modo vincente.
In sostanza: “Il CAE propone di mettere insieme le
condizioni di precarietà vissuta dalle piante a rischio di estinzione con
quella degli spazi di socialità e di natura minacciati da più fronti, così da
rafforzare e proteggere entrambi. Queste piante, anche se deboli come specie,
sono piuttosto resistenti di per se’. Se si riuscisse a convogliare questa loro
forza sugli spazi umani e non umani minacciati dalle varie entità del
capitalismo (…), allora si potrebbe dare vita ad una nuova simbiosi
socio-politica tra piante e persone (…). La nuova alleanza tra gli uomini e le
piante, che condividono la stessa condizione di precarietà, sembra al CAE un
sistema funzionale di condividere interessi per sviluppare forza politica.”
Le conclusioni del documento sottolineano alcuni punti
teorici cruciali: "(…) La relazione con la Natura si è pervertita dal momento in
cui la si è assimilata all’Altro per eccellenza e come tale va sfruttata sino
in fondo ed eliminata”.
Rispetto all’utilizzo capitalistico della dimensione
virtuale il CAE cita il principio del “capovolgimento imminente” elaborato da
Baudrillard: “Quella casa degli specchi che è il mondo virtuale, dove il
significato non è più strettamente legato a un significante, diventa il centro
attorno a cui ruota la vita stessa”.
In conclusione, considerato il fatto che con l’attuale
crisi sistemica si sta raschiando il fondo del barile dell’ideologia del libero
mercato, è possibile, impegnandosi a fondo nella lotta, tornare ad essere
protagonisti di un rinnovamento sociale ed ecologico, cominciando con
l’inversione in forza positiva dei processi della precarietà umana ed
ecologica.
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