2012/01/13

L’ultimo grande spazio a Torino

L’architetto Marco Toscano, della Regione Piemonte ci ha guidato in visita all’interno del ex sito industriale di via Passo Buole, ora in via di riqualificazione, e, per orientarci nella ricognizione delle specie botaniche pioniere, si sono uniti al gruppo di lavoro il geologo Massimiliano Pautasso e gli esperti forestali Andrea Ighina e Igor Cicconetti.




Abbiamo preso coscienza di come l’abbandono dell’attività umana trasformi uno spazio in qualcosa che assomiglia al caos, ma che è un ordine più implicito e più a vasta scala e con regole sconosciute.
La vastissima area, come un’isola nella città, ha suscitato forti impressioni: luogo sospeso, a metà fra La Zona di Stalker, immaginata dal regista Tarkowski, e un giardino primordiale in espansione. Ambiente a prima vista inospitale e nello stesso tempo pieno di grande vitalità, l’area presentava diverse specie spontanee: pioppi ibridi, salici, buddleie, oltre a comunità di lepri e scoiattoli. Qui la natura si è riappropriata del suo spazio. Piante pioniere come l’ailanto, arbusto infestante dalla rapidissima proliferazione sempre presente nelle aree abbandonate, aprono la strada alle specie di seconda colonizzazione. È stato l’esempio vegetale a farci sentire il bisogno di boschi urbani, e ancor più il desiderio di una nuova cittadinanza attiva che possa svilupparsi in sintonia con il territorio naturale, rispettandolo e curandolo, in forma di gestione condivisa.






The architect Marco Toscano, who works inside the offices of Piedmont Region, guided the group to visit the area once occupied by Fiat Avio factory and now undergoing a requalification program. The geologist Massimiliano Pautasso with the wood and forest specialists Andrea Ighina and Igor Cicconetti joined the group to help us orienteering within the vegetal range and recognize the botanical pioneer species. We discovered that a space deserted by any kind of human activities is soon in the grip of chaos, an apparent disorder indeed, whose rules are simply hidden and surprising.
Big as an island inside the town, this area strongly impressed our group: it’s a pendent place, something between the Stalker Zone (reminding the great film director Tarkowski) and a primeval garden in constant growing. An inhospitable but lively environment, this area hosts many spontaneous botanical species: hybrid poplars, willow-trees, Buddleja and many ailhantus, invasive plants notorious for the prolific seeding and the ability to grow rapidly just about anywhere, especially in unoccupied areas.
In this contest we started to day-dream of urban woods, trying to find out a strategy of territorial reappropriation by citizens, a strategy we must learn from plants themselves (the vegetal colonization strategies).


PAV, 7 giugno/June 2011








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