2012/01/13

Terapia dell’attesa

A partire da questa sessione di laboratorio abbiamo deciso di dare un titolo a ciascuna puntata, affidandoci alla dote di sintesi creativa che abbiamo scoperto in Nunzio. Si è qui discusso dei temi chiave che potessero essere utili alla preparazione dei contenuti e dei materiali da proporre durante il workshop di novembre, a cominciare dalla lettura della mappa della città, dove sono stati individuati i luoghi di appartenenza di ciascuno, scegliendo gli spazi urbani nei quali la natura è presente e con i quali trovare un legame affettivo.


Abbiamo individuato alcuni luoghi dove la natura è presente a vario titolo e che potrebbero diventare una possibile meta di esplorazione con il CAE: il greto del Po accanto alla Gran Madre; il mercato di Porta Palazzo; l’ex stadio Filadelfia; lo spartitraffico, in mezzo a corso Regina Margherita, trasformato in giardino coltivato da un cittadino; l’area cintata tra corso Giulio Cesare ed il lungo Dora; l’ex Istituto di correzione femminile Buon Pastore in corso Principe Oddone.

Ex-stadio Filadelfia


La lettura della novella Funghi in città nel Marcovaldo ovvero le stagioni in città di Italo Calvino ci ha fatto ripensare agli spartitraffico che oggi alcuni cittadini coltivano. Si è rilevato quanto sia ispiratrice l’esistenza di spazi liberi e indecisi per gli uomini e per animali che vi trovano rifugio, e anche quanto il tempo sia un ingrediente fondamentale per qualsiasi progetto che preveda un’alleanza col mondo vegetale. Si tratta di abituarsi a uno sguardo meno frettoloso, più profondo, capace di cogliere le presenze vegetali spesso nascoste in mezzo al cemento. Ci siamo orientati verso le aree dismesse e in attesa di destinazione, in un certo senso luoghi indecisi, che resistono con la loro libera espressione alla logica della città, per approdare infine, un pensiero dietro l’altro, all’idea che osservare crescere una pianta può essere definito un esercizio di bellezza.



Starting from all these places (gardens, roundabouts, malls, little islands of urban freedom) the participants will collect photos, drafts, findings, texts, to which the group will give a proper name. Maybe we will visit these places together with CAE, to work or… to have a picnic! Here’s a list of possible places: the gravel bed along River Po, near to church Gran Madre, Porta Palazzo market place, old Stadium Filadelfia, a mall in the middle of Corso Regina Margherita, transformed in a private garden, a fenced area between Corso Giulio Cesare and Lungo Dora, the street along River Po, the women’s prison in Corso Principe Oddone.
One by one we have read Funghi in città by Italo Calvino, a novel from the book Marcovaldo ovvero le stagioni in città: the story is about some citizens who cultivate the soil of the malls in the centre of the streets. Here it is relevant the exciting force of unoccupied and vague spaces on the imagination of human beings as well as of animals. At the same time, also Time dimension is crucial for every project including plants: to slow down our living and working rates maybe will be the strenght of our action and not an obstacle at all. To develop a public action 4 days are very few, so the question is “People have to understand that plant are not butterflies, but need more and more time to grow and express themselves.” We’ll try to learn from the plants, slowing our rates, looking carefully at the world around us, discovering those hidden vegetal presences we never care of.
Then the discussion came to define the practise of observing a plant while growing as an exercise of beauty.
PAV, 24 maggio/May 2011



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