2012/06/12

Natura, precarietà e nuove alleanze


Martedì 13 marzo 2012, ore 17.30, PAV

Seminario interno


Dopo il seminario con Marco Revelli, che ha dato origine a svariate riflessioni, sia sulla complementarità tra catastrofe ecologica e logica del neoliberismo, sia sul ruolo dell’arte nell’aprire spazi di immersione nel BIOS, abbiamo pensato di poter continuare il ragionamento assumendo come scaletta di discussione il corpus teorico del nuovo articolo del Critical Art Ensemble: Reinventare la precarietà.

In questo testo oltre ad una lucidissima analisi sulla natura e sugli scopi della precarizzazione dei rapporti sociali, agita dal sistema ultraliberista, e sulla resilienza dei movimenti di opposizione, emerge un articolato discorso sulla “precarietà ecologica”.
Ad esempio: “Il capitale (…) non vuole avere niente a che fare neppure con la salvaguardia della vita in nessuna forma. La biosfera viene intesa solo e soltanto come una risorsa da utilizzare fino a esaurimento”. Inoltre: “La futura estinzione degli essere umani e delle altre specie non rientra nel loro businnes plan (…). Da una prospettiva ecologica, i neoliberisti – con la loro convinzione che il peso dei singoli egoismi sia maggiore di quello dell’universo-rappresentano un vero e proprio culto di morte. Nonostante in tutto il mondo il neoliberismo sia riuscito a inquinare senza subire alcuna conseguenza legale,  non cessa di adoprarsi senza requie perché si alleggeriscano ancor di più le leggi di protezione ambientale”.
Il CAE cita una legge vigente negli USA mutata dal “Endangered Species Act” nel 1973 per evidenziare che esistano dei terreni di resistenza che determinate tattiche dei movimenti ecologisti possono sviluppare in modo vincente.

In sostanza: “Il CAE propone di mettere insieme le condizioni di precarietà vissuta dalle piante a rischio di estinzione con quella degli spazi di socialità e di natura minacciati da più fronti, così da rafforzare e proteggere entrambi. Queste piante, anche se deboli come specie, sono piuttosto resistenti di per se’. Se si riuscisse a convogliare questa loro forza sugli spazi umani e non umani minacciati dalle varie entità del capitalismo (…), allora si potrebbe dare vita ad una nuova simbiosi socio-politica tra piante e persone (…). La nuova alleanza tra gli uomini e le piante, che condividono la stessa condizione di precarietà, sembra al CAE un sistema funzionale di condividere interessi per sviluppare forza politica.”

Le conclusioni del documento sottolineano alcuni punti teorici cruciali: "(…) La relazione con la Natura si è pervertita dal momento in cui la si è assimilata all’Altro per eccellenza e come tale va sfruttata sino in fondo ed eliminata”.
Rispetto all’utilizzo capitalistico della dimensione virtuale il CAE cita il principio del “capovolgimento imminente” elaborato da Baudrillard: “Quella casa degli specchi che è il mondo virtuale, dove il significato non è più strettamente legato a un significante, diventa il centro attorno a cui ruota la vita stessa”.
In conclusione, considerato il fatto che con l’attuale crisi sistemica si sta raschiando il fondo del barile dell’ideologia del libero mercato, è possibile, impegnandosi a fondo nella lotta, tornare ad essere protagonisti di un rinnovamento sociale ed ecologico, cominciando con l’inversione in forza positiva dei processi della precarietà umana ed ecologica.

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